I LIVELLI DI CO2

Sotto una certa soglia, ovvero con valori di CO2 pari o inferiori ai 700 PPM (parti per milione) il rischio di respirare aria espirata da altre persone e quindi di contagiarsi, è inferiore all’1%, quindi minimo. 

Lo stesso rischio sale esponenzialmente con valori sopra i 700, specialmente quando supera pericolosamente le 1000 PPM.

Molti Paesi nel mondo hanno stabilito dei valori per il monitoraggio della CO2 negli ambienti chiusi per la prevenzione del Covid: Argentina e Singapore 700 PPM, Regno Unito, Finlandia, Spagna, Francia e Stati Uniti hanno il limite a 800 PPM.

Al di là dell’importanza di adottare anche in Italia dei parametri di monitoraggio della CO2, è chiaro che il monitoraggio di questi valori permette di capire, in tempo reale, qual è il rischio di contagio che corriamo all’interno di un certo ambiente.

Una particolare attenzione andrebbe posta sia al mondo scuola, dove 20 e più studenti passano ore ed ore chiusi nella stessa classe e dove i livelli di CO2 raggiungono quindi livelli molto alti (anche sopra le 2000 PPM) che al settore del trasporto pubblico, soprattutto per treni ed aerei dove spesso sono stati rilevati livelli di CO2 altissimi

Senza considerare che la qualità dell’aria ha impatti significativi anche dal punto di vista economico e della produttività.

L’Harvard Annual review of Public Health ha calcolato che i miglioramenti nelle condizioni degli ambienti interni hanno permesso all’economia statunitense di risparmiare tra i 25 e i 150 miliardi di dollari, grazie all’aumento della produttività dei lavoratori.

Uno studio della Harvard T.H. Chan of Public Health ha evidenziato che il miglioramento della qualità dell’ambiente interno ha aumentato i punteggi cognitivi fino al 101%.

Un altro studio di Harvard ha mostrato che investire 40 dollari a persona all’anno in una migliore qualità dell’aria, significa un aumento di produttività di 6.500 dollari per ciascun dipendente.